J. D.  Salinger: l’antieroe  dei  pescibanana


J. D. Salinger: l’antieroe dei pescibanana

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copertina: Il giovane HoldenCome scrivevo altrove trovo curioso, per non dire triste, che nessuno in rete abbia parlato della sua scomparsa. Eppure si tratta del capostipite del minimalismo, quella corrente letteraria che ha impregnato la seconda metà del 900, piaccia o non piaccia.
Certo, quando si parla, e soprattutto si sparla, del minimalismo di Salinger occorre intendersi, qui ci troviamo al cospetto di uno spartiacque. La cui grande innovazione è aver risolto il dogma del rito di passaggio, quel trauma della crescita propedeutico alla piena maturazione, cristallizzando i suoi personaggi in una condizione di rifiuto, di perenne non 'adultezza'. La formazione e il romanzo che la descrive sono dunque banditi dalla tavola letteraria.

Prendiamo il protagonista di 'Una giornata ideale per la pesca dei pescibanana', il primo delle “Nove Storie”, una raccolta di racconti pubblicata nel 53 . Siamo in una località balneare in Florida appena dopo la guerra e c'è una donna in una camera di albergo che parla al telefono con sua madre. Una lunga e magistrale conversazione con cui l’autore stravolge i canoni del dialogo, così come era concepito, abolendone intanto le didascalie e conferendo al linguaggio la naturalezza del parlato. Ci accorgiamo poi che la madre è preoccupata per le condizioni mentali del marito della figlia, un reduce di guerra, al contrario di quest'ultima che giudica la situazione sotto controllo. Punto. Nella scena seguente un uomo in accappatoio conversa con una bimba sulla riva del mare. Le racconta che la giornata è di quelle ideali per la pesca dei pescibanana. Ma che sono i pescibanana? sono pesci che entrano nelle grotte sottomarine ricolme di banane, ne mangiano così tante da diventare ciccioni, al punto di non poter più uscire dalla grotta. E così muoiono. (Muoiono, ripensando al cammino biografico di Salinger, per aver troppo vissuto. E lui è vissuto fino a 91 anni senza averlo mai fatto, anzi divenendo l’antesignano dello scrittore nascosto). Ora questo non è un dialogo tra adulto e fanciullo, nel quale il primo ricama storie a beneficio della fantasia dell'altro e nel farlo gioca sui due piani di realtà e immaginazione. Qui i due sono posti sul medesimo livello, vivendo alla pari il medesimo delirio, nel senso che esiste una rigorosa simmetria tra l'adulto che teme il reale e la piccola che vi approccia in senso mediato. Tant'è che si danno appuntamento per andare a pescare i pescibanana. Punto.
Nella terza scena un uomo entra in camera, estrae una pistola dal tiretto, introduce il caricatore, alza il cane e si spara.

La raccolta segue di un paio d'anni The catcher in the rye, il celebre romanzo che descrive le vicende iniziatiche, non risolte, di Holden Caulfield, un ragazzo in conflitto con la famiglia , e quindi con il college in cui studia, da cui un bel giorno decide di scappare per guardare il mondo, nient’altro. In Italia il romanzo è conosciuto come “Il giovane Holden” (rye è un termine in slang intraducibile, ma il titolo è comunque distante dallo spirito del libro) e come in tutto il mondo è divenuto oggetto di culto per un’intera generazione di lettori e soprattutto scrittori. Tanto per dire: c''è gente che arriva in viaggio a New York e corre subito a guardare le papere di Central Park. Ma al di là dei riti di una certa massa, ciò che fa di Holden Coulfield un drop out della letteratura è la sua percezione, un particolare che specie a chi scrive o si illude di farlo mai dovrebbe sfuggire. In effetti questo signore viene a trovarsi sempre un tanto in anticipo su di noi ( non è difficile domandarsi dove diavolo finiscano le oche quando ghiaccia il laghetto, eppure non ci avremmo mai pensato), e per di più osservando le cose con quel tal distacco che lo pone in conflitto col reale. Da vero rivoluzionario non rivoluzionario.
C'è già odore di cartolina di leva data al fuoco.


C. Capone



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