Napoli fu meta di numerosi e illustri viaggiatori europei. Tra di essi mi piace ricordare Alessandro Dumas. Le sue giornate napoletane sono descritte con lo spirito e l'arguzia che gli sono riconosciute ne 'Il Corricolo', scritto nel 1835 e facente parte del più ampio Impressions de Voyage. "L'opera - leggo sulla quarta di copertina - è un fuoco di artificio di aneddoti storici o personali, curiosità, riflessioni acute e amene sulla terra partenopea e i suoi abitanti"...Personalmente ne conservo la descrizione del ceto nobiliare, di cui riesumo un gustosissimo brano : "Come tutte le altre nobiltà europee, salvo qualche eccezione, quella di Napoli è rovinata...cioè i più ricchi sono poveri comparativamente a quanto lo erano i loro antenati. Non vi sono a Napoli del resto quattro fortune che raggiungano le cinquecentomila di rendita, venti che superino le duecentomila e cinquanta tra cento e centocinquantamila. La maggioranza ha una rendita di mille scudi, talvolta meno. Non parliamo poi dei debiti.
Ma la cosa curiosa è che in apparenza tutti hanno la medesima fortuna. Ognuno vive infatti nel proprio palco o nella propria vettura. Tutti posseggono un calesse più o meno nuovo, due cavalli più o meno vecchi, una livrea più o meno lisa. Quanto alle case sono ermeticamente chiuse agli stranieri, chi scoperchiasse la maggior parte di quei palazzi in un terzo ritroverebbe la ristrettezza e negli altri due la miseria. Ma di tutto questo nulla appare, perchè la vita si fa in vettura o al palco, e gli incontri avvengono al Corso o al San Carlo. In tal modo - direbbe Francesco I - si è perduto tutto fuor che l'onore"
Per chi mi leggesse lo consiglio vivamente. Il mio Corricolo data 63, è edito dalla BUR e si avvale della splendida traduzione di Gino Doria - costo lire 400! - ma so che Colonnesse ne ha curato una sontuosa riedizione.
Carlo Capone