SPAZIO SCRITTURA : L'UOMO CHE SALIVA SUI TRENI [3] - di Carlo Capone


SPAZIO SCRITTURA : L'UOMO CHE SALIVA SUI TRENI [3] - di Carlo Capone

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L'UOMO CHE SALIVA SUI TRENI
di Carlo Capone


- Parte terza -

E inzomma, pare che qualcosa si muova. Ieri vado da quel cornuto del sindacalista, già immaginando la faccia, e che ti vedo? sorriso a dieci denti e sputazzelle.
"Gennarì!", è scattato in piedi "ho trovato il lavoro che fa per te".
"Azz!", ho esclamato. E avrei voluto aggiungere "ossia?", ma il rigurgito, l'acido da pasti in stazioni di provincia mi hanno impietrito. Tanto che si è pure preoccupato:

“Tutt'appost,Gennà?"
Embè, quanto lo odio quell'individuo, primo perchè gli puzzano le ascelle, poi perchè sputacchia quando parla, e ancora per quella sua aria di guappo. Ma si rende conto? - tanto vorrei eccepire - non se ne accorge? con i suoi modi, il portamento, le sputazze, lei è la rovina della categoria!
Sissignori, avete capito bene, la categoria dei personaggi! lo spudorato un tempo questo faceva, il personaggio nei romanzi. Chi di preciso non si è mai capito, un amico di Abbiategrasso però giura fosse uno dei bravi del 'Fermo e Lucia'. Per l’esattezza quello che spulciava don Rodrigo. Li conoscete gli scrittori, no? so' volubili, cambiano idea ogni minuto. E inzomma, don Alessandro ci ripensò e scaricò sulla moglie. "Richè", la scuoteva mentre la poverina già dormiva, "Richè, tu devi aiutarmi, c’ho i rimorsi".
Povera svizzerina, è morta di crepacuore, sia per il disgusto - troppi bucati per quel zozzone di marito – vuoi per i nervi a pezzi. E che matriosca, quest’uomo in perenne senso di colpa fa uscire scemi.

Inzomma don Alessandro si era messo in testa che il Fermo e Lucia fosse audace, ma neanche -come dire?- licenzioso. Lui era un pio, faceva la comunione ogni mattino, alle strette: temeva il giudizio post mortem. Epperciò tormentava la consorte, chiedendone in continuo savi consigli.
Quella notte la signora esplose. Sedette in mezzo al letto, incendiò il petrolio e fece: "Senti Alessà, noi ci dobbiamo chiarire, una volta e buona, qui non si può più andare avanti!".
"Mia cara Enrichetta", iniziò a picciare il sommo.
"Ma qua cara e cara, Alessà, io c'ho i nervi a pezzi! e oggi è la signorina Lucia, e domani è quell'altro, come si chiama aspè...."
"Lorenzo?"
"No-oh! Quell’altro, il delinquento. Evvedi se mi esce, il principe, il marchese, il conte di sto caz..."
"Enrica! tu deliri, amore mio.."
"Iiiio? tuuu, sei tu il pazzo! il Conte, il Conte del Sagrato, mo’ mi è uscito, te lo ricordi adesso? braaaavo, e ora sentimi bene. Dunque, la pratica Conte te l'ho risolta. Fallo meno cattivo, questo ti consigliai, scrivi che tiene, che so, l'ulcera peptica, e vedi che s'aggiusta...."
"Vero, Richetta, vero. Tutto, tutto tutto s'aggiusta..."
"Col caspito che si aggiusta, tu finisci con uno e incominci con l’altro! pure coi bravi te la pigli, manco quel fetentone che spidocchia don Rodriguèz lasci stare. Neh, Alessà, ma secondo te davvero s'aggiusta? eh, no, fratello caro, non si aggiusta una cozza. Qui da sei mesi non si parla d'altro, marito bello, qui non si ripete altro che c'hai il rimorso, che lo spidocchiatore è volgare, che la tua morale di chi t'è marina non lo permette. Alessà, te lo dico una volta e buona. O la finisci con le tue manie o pianto baracca e pupazzetti e me ne torno in Svizzera. Vabbuò?"

Ora io pensavo all'amico di Abbiategrasso, mentre tacevo, fantasticavo del mio sindacalista nei panni di quel bravo. Tutto sommato la soffiata era giusta, il mio tizio la faccia da guappo ce l'ha eccome. Mai però avrei pensato a quanto mi ha detto. Riporto:
"Gennarì, tu lo sai, ormai so’ vecchio, e quello che è fatto è fatto, insomma ho i miei acciacchetti. Quindi...."
"Allora?"
"E perciò sai che ti dico? getto la spugna, inzomma ti propongo come mio sostituto nel Fermo e Lucia! eh, che dici?"

Che dico, in prima battuta mi fa schifo, però un posto nel Fermo e Lucia, oh, è un'occasione. Chi se ne importa del ribrezzo, o che il libro è in tiratura limitata, e se è letto solo dagli addetti ai lavori: qui c'è in ballo una gran carriera! Già mi ci vedo. Dagli oggi e dagli domani un bel giorno vado all'anagrafe e ci dico: "Basta con Gennaro Ficuozzo, da oggi chiamatemi dottor Tramaglino!"



[continua]




Carlo Capone © 2005


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racconti   

Commenti

Giuseppina
05/09/2005
Replica a questo
Che dire era meglio che cambiavo il titolo al blog dell'uomo del treno con il tuo racconto, di certo sarebbe stato più apprezzabile! BELLISSIMO comunque continua a scrivere che io mi diverto un mondo con i tuoi personaggi.
Giuseppina
Orso
05/09/2005
Replica a questo
Ciao Mariagrà, dolce ti sia l'attesa con i miei raccontini! sai le risate che si fa il piccerillo? Meglio così, si abitua all'allegria ! la prima cosa che dirà alla nascita sarà: "Neh, poi come è andata a finire all'uomo del treno?
Saluti.

PS Domenica prossima esce la quarta puntata.
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