SPAZIO SCRITTURA : L'UOMO CHE SALIVA SUI TRENI [2] - di Carlo Capone


SPAZIO SCRITTURA : L'UOMO CHE SALIVA SUI TRENI [2] - di Carlo Capone

Pubblicato da: Admin  /  Letture: 1825  
L'UOMO CHE SALIVA SUI TRENI
di Carlo Capone


- Parte seconda -

Oggi il finimondo, all'ufficio Personaggi, per poco non finiva a schiaffi. Ho spalancato la porta e sbraitato:
"Basta! o mi trovate un posto migliore o straccio la tessera". "Tu il treno te lo tieni e ciccia", ha risposto l'addetto, dopo un attimo di stupore " chi credi di essere, Harry Potter?"
"Per carità, ci mancherebbe, è che mi sento... come dire, demotivato. Vorrei fare carriera".
"La carrieeera?", stava per zomparmi addosso, "ma voi guardate, vuol fare la carriera!".
Si è stirato la faccia con le mani e ha ripreso:
"Gennarì, guardiamoci negli occhi, te lo ricordi quando eri disoccupato?"
"Non mi sovviene".
"Allora t'aiuto io. Per prima cosa siamo andati da Starnone, dice niente il nome?"
"Urca".
"Bravo, e hai dimenticato che disse?... nooo, per piacere, non mi fare la scena, tu la risposta ce l'hai presente eccome. 'Non m'interessa' - se ne uscì Starnone - 'il viaggiatore di treni è ottocentesco, tratto altri prodotti io'.
Poooi...effammi parlare, santiiddio, io ti ho fatto sfogare .....cosa dicevo? ah sì, l'altro tentativo, la volta che andammo da Camilleri. Ti ricordi le sue parole? nooo? e mo’ ti rinfresco io. Dunque, domandò Camilleri: "Parla le lingue il signore?". “Caspita – saltasti - francese e tedesco a menadito”. Gennà, tu mi conosci, faccio 'sto mestiere da trent'anni, sai quanto la causa mi stia a cuore, ma la vergogna, l'umiliazione di quel giorno non me le scordo. "Miiiii", eccepì Camilleri, "che me ne fotte a me di inglese e tedesco? di lingua sicula li cerco! è nato almeno in Sicilia?". Tu e quella maledetta bocca, solo a mangiare ti serve! invece di uscirtene con finezza, che so, con uno 'scusasse ammia, sbagliai indirizzo', embè che mi combini? attacchi la pippa col personaggio di estrazione padana, con le invenzioni emiliane alla Paolo Nori e dulcis in fundo con i problemi di approccio del lettore friulano. No, Gennà, lascia che te lo dica, io per causa tua ho sfiorato l'infarto! e non mi dire che me ne fregai, guarda che tale infamia non l'accetto! ne abbiamo girati una decina, di grandi scrittori, e ce ne fosse stato uuuno! interessato. Come dici? parla più forte, per favore... le sceneggiature televisive? guarda che io mi alzo e ti piglio a schiaffi, sai? questo non me lo dovevi dire! ma ti sei guardato in faccia, ti sei visto allo specchio? c'hai la gobba, Gennà, e pure gli occhi storti: chi cazzo vuoi che ti pigli in televisione! gesù gesù, quest'essere è la mia rovina, questo imbecille imbranato mi fa uscire pazzo. Ma come, dico io, dopo tanto penare, dopo aver bussato a cento porte, finalmente hai trovato un bravo ragazzo, una persona pulita che, udite udite, disdegna le mazzette, uno che aggratis, Gennarì, per senza niente ti ha pigliato! e tu che fai? voglio la promozione, datemi aereo e segretaria! Ma vai affanculo, vai, e ringrazia dio che il giovinotto ti ha messo sopra un treno! lo sai come poteva andare? non scappare, vieni qua, ti piacerebbe adesso! a fare lo schiattamorto, sissignori, così potevi finire! e si lamenta pure il signorino, ma tu vedi il cielo"

Giuro, non volevo scappare, ho solo rinculato per pigliare la rincorsa, e poi avventarmi e mangiarlo vivo. Hannibal! ecco chi volevo essere, così vedeva di che pasta sono ! ma poi, mannaggia la marina, il pensiero dei figli, di quel fottuto treno a vapore - che non sarà il massimo ma è pur sempre un posto - tutto questo mi ha trattenuto. Ho solo detto 'evabbene', a pugni in tasca e capo chino, e solo allora mi sono accorto della macchia sui pantaloni.
"Sporcaccione!", mi ha subito assalito, "pure addosso ti fai?"
"Embè che vuoi, il tuo treno a vapore è senza cesso".



[continua]



Carlo Capone © 2005


TAGS:   
racconti   

I Commenti sono bloccati